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CDM Italien - section internationale

Publié le 08/06/2025

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« CDM Diapo 2 Per trovare il progetto su cui lavorare, sono partito dai miei interessi.

Infatti, sono molto portato dalla cultura, e più particolarmente l’arte, come la musica e la pittura.

Tra l’altro mi interessano tanto le scienze e soprattutto la chimica.

Ho allora pensato ad un progetto attorno all’uso della scienza per proteggere il patrimonio culturale italiano. Diapo 3 Facendo diverse ricerche e leggendo diversi studi e articoli scientifici mi sono interessato più in profondità nei diversi metodi utilizzati per la protezione e la conservazione dei materiali lapidei.

Infatti, queste soluzioni sono essenziali per il restauro e la conservazione di monumenti, architetture storiche, statue e anche mosaici.

Ho allora deciso di focalizzare il mio progetto attorno al restauro di un monumento : il tempio romano di Giano Bifronte trasformato oggi in una cappella.

Questo luogo mi è molto caro perché ha dato il nome alla mia città d’origine, San Giovanni Rotondo.

Avrò quindi come problematica per il mio progetto : “Come la ricerca scientifica permette la protezione e la conservazione del patrimonio culturale e come applicarla per consolidare il tempio di Giano Bifronte?”. Diapo 4 Il mio progetto si inserisce quindi nel asse "Costruire un futuro comune” e più particolarmente nel sotto asse “la protezione del patrimonio storico, geografico, artistico e culturale e le sfide della modernità".

Poiché il mio progetto mira a proteggere i beni culturali italiani. Diapo 5 La conservazione e la protezione dei beni culturali è fondamentale per preservare la memoria storica, l’identità culturale e il patrimonio artistico di una società.

Così, la degradazione della materia lapidea e quindi la degradazione di sculture, edifici e monumenti è una delle problematiche più importanti di queste ricerche sulla conservazione.

Infatti, i materiali lapidei, come il marmo, il calcare o ancora il granito, sono soggetti a diversi fenomeni di degrado : l’erosione, che è un processo di disgregazione e di decomposizione dello strato superficiale della pietra a causa dell’azione dell'acqua e del vento; la fratturazione e fessurazione che sono delle crepe e delle fratture macroscopiche nella pietra, che possono portare alla perdita di porzioni di materiale dovute a stress meccanici (traffico, terremoti), a variazione rapide di temperatura e cicli di gelo/disgelo o ancora all'inquinamento atmosferico che indebolisce la struttura; e infine, la dissoluzione della pietra (calcarea) in contatto con la pioggia acida.

Quindi, per evitare di perdere o di vedere queste opere del patrimonio fragilizzarsi, è molto importante agire in prevenzione. Diapo 6 Per lottare contro questi fattori di degrado inevitabili, fino ad oggi sono stati inventati e utilizzati diversi metodi di restauro e conservazione degli artefatti lapidei di interesse per i beni culturali.

Tra questi, il principale metodo utilizzato è stato l’uso di polimeri sintetici, che sono applicati in soluzione sulle pareti dei monumenti da trattare e che formano uno strato superficiale che protegge contro gli agenti atmosferici e le altre cause di degrado.

Però questo metodo si è rivelato essere più deleterio che utile poiché lo strato polimerico occlude i pori della pietra senza lasciare una certa traspirabilità, cosa che induce un deterioramento dovuto alla presenza dell’acqua nei pori che gelando si espande e rompe la pietra.

Per cui è stato necessario trovare altri materiali protettivi più adatti che lasciassero traspirare la pietra, tra cui : i silicati di etile,le resine acriliche e più recentemente la nanocalce. Diapo 7 Mi sono particolarmente interessato a quest’ultimo materiale perché negli ultimi anni, il mio partner ha sviluppato e brevettato un metodo di sintesi rivoluzionario che ne permette l’applicazione a larga scala.

Prima di tutto, cos’è la calce e cos’è la nanocalce? La calce è una molecola d’idrossido di calcio (Ca(OH)2) in sospensione acquosa, questo vuol dire che ci sono delle particelle (dei pezzetti piccoli di materia) che fluttuano nell'acqua.

Quando queste particelle hanno una dimensione dell’ordine del nanometro (1 miliardesimo di metro), si parla di nanoparticelle e in questo caso di nanocalce.

Inizialmente, la nanocalce è stata proposta nel restauro perché grazie alle sue dimensioni molto piccole può penetrare nei pori.... »

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